"La relazione di aiuto" di francesca sacchelli

 La relazione di aiuto: un cammino di consapevolezza e riscoperta creativa di sè 

Il counseling professionale si rivolge a tutti coloro che scelgono di essere aiutati in un momento di difficoltà, di criticità personale o relazionale, durante le comuni transizioni del ciclo esistenziale, per superare il momento di crisi e, in generale, vivere in modo più integrato la loro vita. In questo percorso il counselor è un compagno di viaggio, il professionista della relazione di aiuto che lavorando sul “qui e ora”, sostiene e accompagna la persona lungo un cammino di consapevolezza e riscoperta creativa di sè.

Puoi far ricorso al counseling e ottenere una serie di benefici, ogni qual volta ti trovi a fare i conti con specifici problemi, di carattere non psicopatologico, che provocano un disagio esistenziale o un’esigenza di cambiamento e miglioramento nel rapporto con te stesso, con gli altri e con la tua vita.

Quando ti senti sopraffatto da dubbi, impegni, problemi, preoccupazioni; provi insoddisfazione, stress, confusione; avverti di essere frenato, bloccato, teso, demotivato, incapace di comunicare come vorresti o di fronteggiare una situazione particolare; oppure, semplicemente, quando vuoi intraprendere un percorso di crescita personale, rivolgerti a un consulente esperto, preparato e competente, può rappresentare un valido sostegno.

Ho parlato di cammino di consapevolezza, ma perchè la consapevolezza è così importante e in che senso è legata al cambiamento, alla responsabilità, all’autodeterminazione e dunque a un percorso di counselling?

Con il termine “consapevolezza” non mi riferisco al possesso superficiale di alcune informazioni e conoscenze su se stessi o sulla realtà circostante, ma a un processo di integrazione che rende davvero profondamente nostra, e dunque unica, una qualche cognizione.

Quando ciò accade, quel sapere viene a trovarsi in uno stato di intima coerenza ed armonia con la persona nel suo complesso, informandone le condotte e conferendo speciali lenti che permettono di avere una visione più ampia e nitida. In questo senso la consapevolezza entra a far parte di ciò che ci rende autentici, sostenendo la nostra identità, il modo originale con cui impariamo a rapportarci a noi stessi e al mondo.

La consapevolezza si accompagna poi all’azione, non trattandosi di un fenomeno passivo o staticamente acquisito, ma di un cammino di autoconoscenza di cui fare esperienza e che richiede allenamento, costruzione, movimento, apertura. Ad ogni incremento del nostro livello di consapevolezza corrisponde una facilitazione rispetto alle alternative di scelta e al fronteggiamento efficace delle varie situazioni di vita.

Diventare consapevoli di se stessi significa riuscire a riconoscere il nostro modo di reagire di fronte alle difficoltà, da quali automatismi comportamentali ci sentiamo mossi, da quali emozioni attraversati, significa contattare le nostre risorse, così come le nostre vulnerabilità, incontrare le potenzialità, riconoscere i progressi, i bisogni e le preferenze ecc.

Essere consapevoli rappresenta quindi il primo passo per operare un cambiamento positivo e competente, congruente con la nostra personalità ed esigenze, e una corsia preferenziale per il benessere esistenziale e la crescita personale. Con l’arma della consapevolezza possiamo assumerci la respons-abilità della nostra vita, rispondere abilmente agli eventi - interni ed esterni - da protagonisti, senza esserne sopraffatti.

“ll modo migliore per catturare momenti è prestare attenzione. Questo è il modo in cui coltiviamo la consapevolezza. Consapevolezza significa essere svegli, significa sapere quello che stai facendo”  (J. Kabat-Zinn)

(Dott.ssa Francesca Sacchelli)